La concentrazione è uno degli aspetti più importanti che uno studente deve sviluppare per migliorare il proprio metodo di studio. Maggiore sarà la concentrazione maggiore sarà la qualità dello studio, e minore la quantità. La concentrazione è la capacità di focalizzare l’attenzione su un determinato luogo concettuale (nel nostro caso potrà per esempio essere il libro, ma potrebb’essere ad esempio la pallina, per un giocatore di tennistavolo). Concentrarsi su un qualcosa significa in un certo senso estraniarsi dal resto del mondo per dedicarsi soltanto a quanto la volontà vuole compiere. E’ una dote molto difficile da sviluppare in assoluto, in quanto in generale è subordinata ad altri fattori, il più importante dei quail è l’interesse nei confronti dell’oggetto su cui stiamo focalizzando l’attenzione.

Maggiore è il coinvolgimento emotivo rispetto a un determinato oggetto, automaticamente maggiore sarà la concentrazione del nostro cervello su quel determinato oggetto.

In antitesi alla concentrazione abbiamo la distrazione. Questa si pone come fattore disturbante alla centralizzazione dell’attenzione, e appunto devia la concentrazione. Possiamo pensare alla concentrazione come a un numero di risorse che noi poniamo di fronte ad una situazione. Quando molte risorse ci vengono private (ad esempio dall’ambiente circostante, nel caso della distrazione), allora quelle rimanenti potrebbero essere troppo scarse per assolvere al compito a cui ci vogliamo dedicare.

Così tutti i fattori di “distrazione”, di ogni genere e tipo possono concorrere per diminuire la soglia di concentrazione, tra questi è bene ricordare anche l’ansia, il cui meccanismo principale è quello di spostare l’attenzione dall’oggetto principale ad un oggetto secondario.

Inoltre un qualsiasi compito nel quale siamo concentrati, se protratto oltre un certo tempo vedrà diminuire drasticamente la nostra soglia di attenzione con scadimento della prestazione (intellettuale o no che sia).

cubo di rubik, persona concentrata

Ricapitolando, se la concentrazione fosse esprimibile in termini matematici, questa sarebbe funzione di alcune variabili, che abbiamo riassunto come interesse=i e distrazione=d. La funzione sarà quindi del tipo C=k*i/(d*t), ovvero diretta proporzionalità rispetto all’interesse, e inversa proporzionalità rispetto alla distrazione e al tempo dedicato, moltiplicato per una variabile, che è tipica di ognuno di noi.

Ora sorge la domanda:

Come posso fare per migliorare la concentrazione?

Guardando la funzione precedente, qualsiasi persona che abbia un po’ di dimestichezza con le frazioni e l’algebra, capirebbe benissimo che per migliorare la concentrazione bisognerà massimizzare il numeratore e minimizzare il denominatore. Questo potrà essere attuato in tre modi: massimizzando la variabile k (tipica di ognuno di noi, ma non per questo non migliorabile), massimizzando la variabile i e diminuendo la variabile d e la variabile t.

Aumenatare l’interesse

Aumentare l’interesse nei confronti dell’oggetto a cui è rivolta l’attenzione è un mezzo che sicuramente porterà a un miglioramento della concentrazione, ma non è molto semplice da attuare. Pensiamo allo studio di un argomento piuttosto noioso, di cui non ci importa più di tanto. E’ molto difficile aumentarne l’interesse, se non cercando delle associazioni positive. Ad esempio immaginate la differenza di interesse nello studiare una lingua straniera perchè ce lo impongono (interesse molto scarso) o perchè questa lingua ci permetterebbe di comunicare meglio con la persona dei nostri sogni. Se riusciamo ad associare all’argomento che stiamo studiando un’idea positiva, questo gioverà sicuramente alla nostra concentrazione.

Diminuire le distrazioni

Anche le distrazioni sono molto difficili da eliminare totalmente. Esse fanno parte dell’ambiente che ci circonda, e spesso non ci rendiamo neanche conto di quanto possano influire. Avere una chat aperta mentre si sta studiando, avere un’idea persistente in testa non attinente al contesto in cui vogliamo focalizzare la nostra attenzione, avere quattro o cinque persone che bazzicano nella stanza in cui ci troviamo, sentire i rumori del vicino, sono tutti fattori che influiscono negativamente sulla concentrazione. Molte distrazioni sono sicuramente eliminabili facilmente (si pensi alla chat aperta), mentre per tante altre il discorso è più complicato, e non è semplice estraniarsi completamente dalla situazione nella quale ci si trova. Come fare allora? Semplicemente allenandosi ad aumentare la nostra variabile k, come si fa riferimento al punto successivo:

Aumentare la variabile di concentrazione

E’ la famosa variabile k che citavamo nella formula precedente. Essa è intrinseca ad ognuno di noi, ed è a sua volta funzione di caratteristiche innate, ma anche di stato mentale (umore), freschezza, riposo e tolleranza alle distrazioni.

Per quanto riguarda lo stato mentale è molto importante seguire una vita salutare, avere i giusti ritmi e cercare di stare bene a livello fisico. Per questo è importante avere un ciclo circadiano regolare (andare a letto grossomodo sempre alla stessa ora, e svegliarsi sempre alla stessa ora), dormire un numero sufficiente di ore, praticare attività sportiva costante (meglio se aerobica), condurre una vita attiva e dare al benessere e al riposo la giusta dimensione all’interno della propria vita. Quanti di noi dopo una notte insonne non riescono a leggere neanche il giornale perchè disturbati dal cane del vicino che abbaia? A volte non è solo colpa delle distrazioni quindi, ma è colpa anche del nostro stato psico-fisico che non ci permette di tollerarle. Quindi individuiamo i fattori disturbanti, eliminiamoli per quanto possibile, ma cerchiamo di convivere con l’ambiente. I rumori non eccessivamente forti, specie se sono continui, e non istantanei, possono essere tollerati dal nostro cervello senza nessun problema. Quindi se diamo la colpa della nostra scarsa concentrazione al bisbiglio che si sente provenire dalla stanza affianco dobbiamo prendercela con noi stessi che non riusciamo a tollerarlo bene. Allenarsi a leggere in posti affollati può aiutare nel migliorare quest’aspetto.

Il tempo

L’ultimo fattore ad analizzare è quello temporale. Esso è messo a denominatore della nostra formula, e questo significa che maggiore sarà l’intervallo di tempo nel quale vogliamo focalizzare la nostra attenzione (concentrarci), minore sarà il valore della funzione concentrazione. E’ una cosa inevitabile, e solo con un po’ di allenamento si può migliorare anche sotto quest’aspetto. Il consiglio è, nel caso dello studio, di non andare mai oltre l’ora di studio senza pause (di almeno dieci minuti – un quarto d’ora). E’ anche importante non chiudere completamente l’argomento che si sta studiando prima di una pausa, per poi passare dopo la pausa ad un argomento totalmente nuovo. Se state finendo di studiare un capitolo, è preferibile fare la pausa prima di fare l’ultimo paragrafo del capitolo e riprendere a studiare da là, o comunque riprendere da un argomento attinente a quanto si stava facendo prima. I cambi di argomento è bene farli nel mezzo dello studio, non dopo le pause. Il vostro cervello ve ne sarà grato!